Goro di Gregorio, Madonna con Bambino
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
89
Serie
Arte medievale
Busta
2. Scultura medievale. Monografico (G-M)
Fascicolo
Goro di Gregorio
OGGETTO
Definizione
Soggetto
Titolo
Madonna degli Storpi
Dati tecnici
marmo, cm 100
AUTORE
Autore
Dati anagrafici
notizie 1300-1334
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia/ didascalia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola senese
Datazione
Indicazione generica
sec. XIV, secondo quarto
Estremi cronologici
1326 ca. - 1330 ca.
Altre datazioni
se. XIV (1334). Bib.: Kreytenberg G.
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Museo Regionale, Messina (Sicilia, Italia)
ANNOTAZIONI
Osservazioni
L'opera facente parte probabilmente del monumento funebre dell'arcivescovo di Messina Guidotto de Abbiatis collocato nel Duomo ed eseguito dallo scultore senese nel 1333, di cui non si conosce l'assetto originario in quanto smontato alla fine del XVI secolo e malamente ricomposto e, soprattutto, soggetto a gravi danni a seguito del terremoto del 1908 e di un incendio nel 1943. Per eseguire quest'opera Goro di Gregorio prese come modello le tombe di Tino da Camaino per il cardinale Petroni nel Duomo di Siena e per il vescovo Antonio d'Orso in quello di Firenze. Guardando queste due opere si può stabilire che, con ogni probabilità, in origine il sarcofago del monumento messinese non poggiasse direttamente sulla base a mensole, ma, come nella tomba d'Orso, fosse sorretto da tre leoni accovacciati. La diversa lunghezza del sarcofago e del letto funebre fanno pensare che i pilastri di un baldacchino (probabilmente coronato da un'edicola contenente la cosiddetta Madonna degli storpi) poggiasse sul sarcofago. Fonti documentarie inducono a pensare che Goro abbia eseguito il monumento funebre presso la propria bottega a Pisa intorno al 1326 e che lo fece trasportare per nave a Messina, dove alcuni aiuti lo montarono. Alla Madonna messinese si collegano stilisticamente i resti dell'ultima opera di Goro di Gregorio di cui si ha notizia: il sepolcro di San Geminiano, risalente probabilmente agli anni trenta.
Bibliografia specifica:
Carli E., Goro di Gregorio, Firenze 1946, p. 44, tavv. XLIV - XLV; Bartalini R., Goro di Gregorio e la tomba del giurista Guglielmo di Celiano, in "Prospettiva", 41, 1985, p. 29, fig. 25; Kreytenberg G., Goro di Gregorio vor 1324, in "Stadel Jahr-buch", 13, 1991, pp. 140, 141, fig. 30.