Tino di Camaino ; Lupo di Francesco, Consigliere

  • Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere
    Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere
  • Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere, particolare del busto
    Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere, particolare del busto
  • Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere, particolare del busto
    Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere, particolare del busto
  • Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere
    Anonimo , Tino di Camaino; Lupo di Francesco - e collaboratori; - sec. XIV - Consigliere

CODICI / CLASSIFICAZIONE

Numero scheda

603

Serie

Arte medievale

Busta

10. Scultura medievale. Topografico: Italia - Toscana - Pisa, Pistoia, Prato, Siena

Fascicolo

Pisa

OGGETTO

Definizione

statua

Soggetto

Consigliere

Dati tecnici

marmo

AUTORE

Dati anagrafici

1280 ca./ 1337

Motivazione dell'attribuzione

bibliografia

Ambito culturale

Scuola italiana, scuola toscana, scuola senese

Dati anagrafici

notizie 1315-1336

Motivazione dell'attribuzione

bibliografia

Ambito culturale

Scuola italiana, scuola toscana, scuola pisana

Datazione

Indicazione generica

sec. XIV

Estremi cronologici

1313 ca.  - 1315 ca. 

LOCALIZZAZIONI

Ultima rilevata

Museo Nazionale di S. Matteo, Pisa (Toscana, Italia)

Altre localizzazioni

Pisa, Camposanto monumentale

Altre localizzazioni

Italia, Pisa, Cattedrale di Pisa (1315 - 1494)

ANNOTAZIONI

Osservazioni

Si ritiene che la statua possa raffigurare uno dei sei principi elettori dell'imperatore. Queste statue si collocano tra i primi esempi di ritratti in scultura, anche se ancora imbozzolate nel blocco risultano tutt'altro che inerti, sia per la mirabile capacità di Tino di animare il marmo con insuperabile economia di mezzi, attraverso l'impercettibile e raccolto moto rotatorio innescato nei corpi adiposi dalla posizione di un arto o dal volgere del capo, sia per la loro individuata concretezza fisiognomica. Tino lavorò al sepolcro con certezza fino al 10 luglio 1315, allorché, per l'insorgere di un conflitto armato tra Pisa e Siena, abbandonò l'incarico e fece ritorno in patria arruolandosi con le milizie guelfe. Da una lunga nota di spese del 26 luglio 1315, contenente numerosi pagamenti ai pittori che parteciparono alla coloritura del monumento, si ricava indirettamente che esso era ormai concluso e pronto a ricevere le spoglie del titolare nel secondo anniversario della morte. Rigettata quindi la tesi che il gruppo scultoreo fosse stato realizzato qualche anno prima per essere destinato a una porta urbica di Pisa si ritiene che iniziato da Tino fu terminato da Lupo di Francesco che assistette all'inaugurazione il 24 agosto 1315. Il monumento di Arrigo VII rimase fino al 1494 nell'abside del duomo di Pisa, sopra l'altare di S. Bartolomeo, dopodiché fu smantellato e smembrato nei ripetuti traslochi. Alcune parti si trovano presso il Duomo di Pisa (sarcofago con giacente), altre al Museo dell'Opera del Duomo (Arrigo VII e i suoi 'consiglieri', angelo annunciante, Vergine Annunziata, una coppia di angeli assistenti, un rocchio di colonna tortile), presso il Victoria and Albert Museum di Londra delle colonne tortili d infine al Museo nazionale di San Matteo a Pisa (S. Bartolomeo, Madonna con il Bambino non finita, gli evangelisti Marco, Luca e Giovanni). A queste sculture note da tempo si sono aggiunte di recente due nuove accessioni, fra cui una testa di consigliere a Marlia e una coppia di angeli reggicartiglio sugli spioventi del duomo di Pisa. Al progressivo recupero delle sue parti hanno fatto seguito ben sette diverse proposte di ricostruzione dell'opera tuttavia senza pervenire finora a risultati soddisfacenti a causa delle eccessive perdite. La doppia rappresentazione dell'imperatore, giacente e in trono, autorizza soltanto a ritenere che il complesso tombale, provvisto di un altare, fosse articolato a due piani, il primo destinato al momento privato del defunto all'interno della camera funeraria, il secondo alla celebrazione della sua maestà.
Bibliografia specifica: Bacci P., Monumenti danteschi. Lo scultore Tino di Camaino e la tomba dell'''alto Arrigo'' per il duomo di Pisa, ivi, 8, 1921, pp. 73-84; Masignani S., Tino di Camaino e Lupo di Francesco: precisazioni sulla tomba di Arrigo VII, Prospettiva, 1997, 87-88, pp. 112-119; Wolf A., I principi elettori in Toscana. Il significato sconosciuto di un monumento pisano, SM, s. III, 31, 1990, pp. 272-283; Kreytenberg G., Das Grabmal von Kaiser Heinrich VII. in Pisa, MKIF 28, 1984, pp. 33-64; Calderoni Masetti A.R., Un tabernacolo e due angeli sulla facciata del duomo di Pisa, BArte, s. VI, 79, 1994, 83, pp. 27-42; Novello R.P., in I marmi di Lasinio. La collezione di sculture medievali e moderne nel Camposanto di Pisa, a cura di C. Baracchini, cat. (Pisa 1993), Firenze 1993, pp. 216-224 nrr. 46-51; Carli E., Tino di Camaino scultore, Firenze 1934; Tigler G., Passavant G., Una testa a Marlia, MKIF 35, 1991, pp. 287-296; Supino I.B., Arte pisana, Firenze 1904; Kreytenberg G., Tino di Camaino, Firenze 1986; Bracons i Clapés, Lupo di Francesco, mestre pisà, autor del sepulcre de Santa Eulàlia, in La catedral de Barcelona, D'art 19, 1993, pp. 43-51; Lucchesi G., Museo dell'Opera del Duomo di Pisa, 2006 Pisa, pp. 40-43.

FOTO RELATIVE