Benedetto di Leonardo d'Antonio, Incoronazione di Ferrante I
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
463
Serie
Arte medievale
Busta
6. Scultura medievale. Topografico: Italia - Toscana - Firenze
Fascicolo
Firenze
OGGETTO
Definizione
Soggetto
Titolo
Incoronazione di Ferdinando d'Aragona di Napoli
Dati tecnici
marmo
AUTORE
Dati anagrafici
1442/ 1497
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola fiorentina
Datazione
Indicazione generica
sec. XV
Estremi cronologici
1484 ca. - 1495 ca.
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Museo Nazionale del Bargello, Firenze (Toscana, Italia)
ANNOTAZIONI
Osservazioni
Presso il cortile del Museo del Bargello si trovano esposte alcune pregevoli statue in marmo raffiguranti la scena dell'Incoronazione di Ferdinando d'Aragona di Napoli, meglio conosciuto come Ferrante I, unico figlio maschio, illegittimo, di Alfonso I di Napoli salito al trono nel 1458, a soli 35 anni. La successione dichiarata nulla da una bolla papale di Papa Callisto III Borgia fu riconvalidata dal suo successore Papa Pio II che lo incoronò a sua volta il 4 febbraio 1459 presso la Cattedrale di Barletta. Alla scena dell'Incoronazione sono associati sei musici (acquistati dallo Stato dalla galleria Heim di Londra nel 1969) anch'essi attribuiti a Benedetto da Maiano. Le figure, realizzate per ornare un arco di trionfo della Porta reale di Napoli (porta Capuana), fanno parte di un ambizioso complesso che non venne mai completato. Vasari ne ricorda "alcune reliquie" presenti alla Misericordia, affermando però che buona parte del complesso, già ai suoi tempi era andata perduta. L'opera al Bargello dal 1870 proviene dall'orto del Bigallo dove (in quanto sede della Società di Santa Maria) confluì l'eredità dell'artista. Fu il Supino, nel 1903, a riconoscere nell'Incoronazione del Bargello la parte centrale del monumento D'Aragona, grazie alla pubblicazione dell'inventario delle opere presenti nella bottega di Benedetto dopo la sua morte, rogato nel 1497 da Giovanni di Maso. I musici sono accorpati in due gruppi di tre e presentano degli accorgimenti prospettici (come le proporzioni alterate) dettati dalla veduta finale da sotto in su. Le figure si dispongono parallelamente muovendosi in modo unidirezionale e l'evidenza attribuita agli strumenti musicali agevola la rapida comprensione dell'immagine. Le fogge degli abiti sono replicate serialmente, senza aggiunte di dettagli. Questa uniformità iconografica rafforza l'effetto della veduta d'insieme e contribuisce all'omogeneità stilistica dell'intero complesso. La mancata finitura dei volti va attribuita alla prassi di bottega, che prevedeva l'abbozzo iniziale da parte degli allievi e l'intervento finale del maestro. È possibile distinguere diversi stati di lavoro nella figura centrale del gruppo dei suonatori di tromba, mentre il giovane trombettiere isolato appare compiuto in ogni dettagli.
Bibliografia specifica: Ciseri I. (a cura di), Il Medioevo in viaggio, Firenze 2015, pp. 41-42; Gaeta Bertelà G., Acquisti e donazioni del Museo nazionale del Bargello: 1988-1992, Firenze 1993; Supino I. B., L'incoronazione di Ferdinando d'Aragona: gruppo in marmo di Benedetto da Maiano nel Museo Nazionale del Bargello, Firenze 1903; Paolozzi Strozzi B., La storia del Bargello: 100 capolavori da scoprire
Firenze 2004.