Pisano Nino, Madonna con Bambino
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
211
Serie
Arte medievale
Busta
3. Scultura medievale. Monografico (N-Z)
Fascicolo
Nino Pisano
OGGETTO
Definizione
Soggetto
Oggetto d'insieme
Dati tecnici
marmo
AUTORE
Autore
Dati anagrafici
1315 ca./ 1370 ca.
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola pisana
Datazione
Indicazione generica
sec. XIV, terzo quarto
Estremi cronologici
1350 - 1370
Motivazioni
bibliografia
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, Venezia (Veneto, Italia)
Specifiche
monumento funebre del Doge Marco Cornaro
ANNOTAZIONI
Osservazioni
Si tratta della seconda opera autografa dell'artista (l'iscrizione posta alla base recita: "HOC OPUS FECIT NINUS [MAGISTRI ANDR] EE DE PISIS") anche se qui rispetto alle opere toscane i modi di Nino appaiono un po' stanchi; facente parte della tomba del doge Marco Cornaro, in SS. Giovanni e Paolo a Venezia si può affermare che il sarcofago, la figura del doge e l'inquadramento architettonico delle statue spettano senza ombra di dubbio a una bottega veneziana. Anche qui Nino interpreta con estrema tenerezza il rapporto tra madre e figlio, dimostrando di aver acquisito gli stilemi della scultura gotica francese, ed in particolare dei prototipi elaborati dalle botteghe parigine nella prima metà del ´300, elemento evidente anche nel movimento lineare che accompagna la figura. L'opera ha dei chiari legami con la Madonna fiorentina (l'enfasi decorativa e l'accentuata curva a S della posa) e allo stesso tempo se ne distanzia (risulta meno ondeggiante, le proporzioni appaiono meno allungate, la torsione dei polsi è più naturalistica e l'impressione di equilibrio nella struttura e nella posizione assunta è maggiore, lo sguardo affettuoso della Vergine appare più sobrio, più trattenuto e meno sdolcinato). Il paffuto Bambino, solidamente costruito e più largo nei fianchi che nelle spalle, contrasta con le forme allungate e snelle del Bambino appartenente alla statua fiorentina. Risalente al 1345, l'opera non si crede destinata sin dall'inizio al monumento Cornaro (Sponza la lega al sepolcro Dell'Agnello rimasto incompleto), probabilmente eseguita a Pisa e invitata a Venezia soltanto nel 1368 (Toesca, 1951; Becherucci, 1963-1965; Wolters, 1976; Kreytenberg, 1984; 1989) è stata ipotizzata anche una commissione a Nino terminata dalla bottega, tesi basata anche sul fatto che il doge Marco Cornaro (Corner) morì nel gennaio 1368 e Nino nel dicembre dello stesso anno. Secondo Moskowitz (1986) le statue sarebbero anteriori di più di un decennio, mentre Kreytenberg (1984) avanza l'ipotesi che il figlio di Nino, Andrea, abbia continuato l'attività della bottega paterna raccogliendo sotto il nome 'Andrea di Nino' un corpus di opere che altri studiosi considerano di bottega, o di seguaci.
Bibliografia specifica:
Carli E. (a cura di), Il problema di Nino Pisano, in “L’arte”, XXXVII, 1934, pp. 189-222, fig. 14; Toesca I., Andrea e Nino Pisani, Firenze 1950, pp. 48-49, figg. 123-130; Burresi M. (a cura di), Andrea, Nino e Tommaso scultori pisani, catalogo della mostra, Milano 1983, pp. 183-184, n. 25 (datazione al 1350-1360); Moskowitz A. F., The sculture of Andrea and Nino Pisano, Cambridge University 1986, pp. 151-152, fig. 123-124 (datazione dopo il 1368).