Pisano Nino, Madonna con Bambino
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
204
Serie
Arte medievale
Busta
3. Scultura medievale. Monografico (N-Z)
Fascicolo
Nino Pisano
OGGETTO
Definizione
Soggetto
Titolo
Madonna Cavalcanti
Dati tecnici
marmo
AUTORE
Autore
Dati anagrafici
1315 ca./ 1370 ca.
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia/ nota autografa di C.L. Ragghianti sulla fotografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola pisana
Datazione
Indicazione generica
sec. XIV, metà
Estremi cronologici
1340 - 1360
Motivazioni
bibliografia
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Chiesa di S. Maria Novella, Firenze (Toscana, Italia)
Altre localizzazioni
Italia, Firenze, Chiesa di S. Maria Novella, monumento funebre di Aldobrandino Cavalcanti
ANNOTAZIONI
Osservazioni
La Madonna fiorentina, che reca alla base l'iscrizione "HOC OPUS FECIT NINUS MAG[IST]RI ANDREE DE PISIS", mostra attenzione a modelli francesi, e si distacca dal 'classicismo gotico' di Andrea e dai modelli giotteschi seguiti dal padre. Posta a confronto con altre opere firmate è stilisticamente l'opera più lontana dalle figure che Andrea realizzò per la porta del Battistero e per il campanile del Duomo fiorentino. Qui l'equilibrio classico e il naturalismo sono quasi completamente assenti, la Vergine, nel suo atteggiamento sinuoso, quasi in assenza di peso, fa in modo che il panneggio si disponga secondo criteri che paiono più decorativi che dovuti a posizione e pesantezza effettive. La mano segue un movimento elegante, quasi manierato; mentre nelle figure di Andrea il panneggio rispecchia il corpo sottostante, in modo che l'emergere e il recedere delle forme anatomiche possano essere individuati con chiarezza, nella Madonna di Nino tali forme scompaiono, lasciando il posto invece all'astratto gioco decorativo creato dalle curve del panneggio. Caratteristici dell'arte di Nino sono l'allungamento della figura principale e l'accentuato piegarsi su un fianco, il panneggio complesso, il volto marcatamente ovale e il sorriso evidente ricerca di 'grazia' formale e di tipizzazione del personaggio. Questa è l'unica opera dell'artista ricordata da Vasari nella prima edizione delle Vite (1550); nella seconda (1568) è detta iniziata dal padre e terminata da Nino, nonostante l'iscrizione, che lo scrittore non menziona. Le opinioni sulla datazione sono molto varie. Kreytenberg (1984) e Burresi (1983) anticipano la statua agli anni Quaranta del secolo; Moskowitz (1986) la data agli anni Sessanta, dopo la Madonna di Venezia, secondo una visione opposta e non condivisibile dell'evoluzione dello stile di Nino.
Bibliografia specifica:
Toesca I., Andrea e Nino Pisani, Firenze 1950
46, figg. 119-122; Burresi M. (a cura di),
Andrea, Nino e Tommaso scultori pisani, catalogo della mostra, Milano 1983, pp. 182-183, n. 23 (datazione 1340-1350); Moskowitz A. F., The sculture of Andrea and Nino Pisano
Cambridge University 1986, p. 155, fig. 108-109.