Maestro di San Martino, Madonna con Bambino in trono tra angeli
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
1890
Serie
Arte medievale
Busta
25. Pittura medievale. Monografico Post Cimabue (ambito di Giotto-MAE)
Fascicolo
Maestro di San Martino
OGGETTO
Definizione
Titolo
Madonna Gualino
Dati tecnici
tempera - oro su tavola
AUTORE
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Dati anagrafici
notizie fine sec. XIII
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia C.L. Ragghianti
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola pisana
ALTRE ATTRIBUZIONI
Autore
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
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bibliografia
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bibliografia
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bibliografia
Datazione
Indicazione generica
sec. XIII, ultimo quarto
Estremi cronologici
1280 ca. - 1290 ca.
Motivazioni
bibliografia
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Galleria Sabauda, Torino (Toscana, Italia)
Altre localizzazioni
Italia, Torino, Collezione R. Gualino ( - 1930)
BIBLIOGRAFIA
Riferimento
Ragghianti C. L., Pittura del Dugento a Firenze, 1955, pp. 127, 125 (fig. 196)
ANNOTAZIONI
Osservazioni
Secondo Ragghianti (Pittura del Dugento a Firenze, p. 127): "prevalentemente nell'orbita di Cimabue, sebbene spesso con flessioni individuate, restano molte pitture tra le quali citiamo: un notevole numero di croci in Firenze e Toscana, tra le quali spicca per le sue qualità di squisito edonismo e di intensità realistica quella di Paterno; il nobilissimo polittico diviso tra i musei di Washington e di Chambery, di uno scolaro di Cimabue preziosamente stilizzato e sensibile anche alle venustà duccesche; in alcuni casi le interpretazioni cimabuesche attingono una solennità di presentazione e una purezza di ritmi e di scansioni di grande intensità come nella Madonna Odigitria ora a Torino anch'essa in relaizone con la presenze e l'opera di Duccio a Firenze".
La tavola era stata completamente ridipinta a olio alla fine del Cinquecento. Fu liberata dalla ridipintura, ma anche ritoccata. Verso il 1910 era a Firenze presso l'antiquario Pavi, da cui l'acquistò Egidio Paoletti. Tolta la pittura cinquecentesca e scoperta la Madonna del Duecento, nel 1920 l'opera fu portata a Milano e venduta al Verzocchi. In seguito fu comprata dal Gualino e fece parte della sua collezione finchè non entrò nella Galleria Sabauda nel 1930. Le numerose controversie attributive sembrano risolversi oggi con la paternità di Duccio di Buoninsegna all'inizio del suo rapporto con Cimabue.
Bibliografia specifica:
L. Venturi, La collezione Gualino, 1926, tav. I (Cimabue); Catalogo della mostra giottesca di Firenze del 1937, 1943, p. 289 (Scuola fiorentina); E.B. Garrison, Italian Romanesque Panel Painting. An Illustrated Index, 1949, n. 39, p. 47 (Maestro fiorentino); F. Bologna, Ciò che resta di un capolavoro giovanile di Duccio, in "Paragone", 1960, n. 125, p. 12; L. Bellosi, Cimabue, 2004, pp. 131-134, p. 288.