Cenni di Pepo, Madonna con bambino in trono, angeli, Geremia, Abramo, David e Isaia

  • Fototeca dei Musei Civici Fiorentini , Firenze - Galleria Uffizi - Cimabue
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  • Fototeca dei Musei Civici Fiorentini , Cenni di Pepo - sec. XIII - Madonna con bambino in trono, angeli, Geremia, Abramo, David e Isaia (particolare)
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  • Gabinetto Fotografico della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze , Cenni di Pepo - sec. XIII - Profeti Abramo e David
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  • Gabinetto Fotografico della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze , Cenni di Pepo - sec. XIII - Madonna con bambino in trono, angeli, Geremia, Abramo, David e Isaia (particolare di due angeli)
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  • Fototeca dei Musei Civici Fiorentini , Cenni di Pepo - sec. XIII - Profeta Geremia
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CODICI / CLASSIFICAZIONE

Numero scheda

1860

Serie

Arte medievale

Busta

24. Pittura medievale. Monografico: Cimabue, Cimabue (ambito)

Fascicolo

Cimabue

OGGETTO

Definizione

pala d'altare

Titolo

Maestà di Santa Trinita

Dati tecnici

tempera - oro su tavola

AUTORE

Autore

Cenni di Pepo

Dati anagrafici

notizie 1272-1302

Motivazione dell'attribuzione

bibliografia C.L. Ragghianti

Ambito culturale

Scuola italiana, scuola toscana, scuola fiorentina

Datazione

Indicazione generica

sec. XIII, ultimo quarto

Estremi cronologici

1280 ca.  - 1285 ca. 

Motivazioni

bibliografia C. L. Ragghianti

Altre datazioni

1290-1300

LOCALIZZAZIONI

Ultima rilevata

Palazzo degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, Firenze (Toscana, Italia)

BIBLIOGRAFIA

Riferimento

Ragghianti C. L., Pittura del Dugento a Firenze, 1955, p. 124

ANNOTAZIONI

Osservazioni

Secondo C.L. Ragghianti in questo dipinto si riflettono sia lo stile che Cimabue ha espresso ad Assisi, che la componente neoellenistica di Duccio di Buoninsegna: "Lo stile assisiate si riflette ancora nei Profeti della Maestà di S. Trinita agli Uffizi, dove però il frontale, torreggiante e bipartito edificio del trono e la ritmazione compositiva della Madonna e degli Angeli attenuano il pathos e la dinamica precedenti, e si ingentiliscono in cadenze e morbidezze plastiche, che rivelano l'impressione vicina del neollenismo di Duccio (Pittura del Dugento a Firenze, p. 124).
La tavola, per la quale l'attribuzione a Cimabue non è mai stata messa in dubbio, è ricordata da Vasari, nell'edizione del 1568, in un cappella della chiesa vallombrosana di Santa Trinita a Firenze, dove sarebbe stata posta nel 1471. Ulteriori spostamenti sono attestati nel 1591 da Bocchi, che la descrisse nella seconda cappella della navata destra, e nel 1681 da Baldinucci che la vide nella sala dell'infermeria del convento; è attestata in sacrestia dal 1765 al 1810, quando fu trasferita alla galleria dell'Accademia, da cui passò nel 1919 agli Uffizi. Un rifacimento, forse del XVIII secolo, l'aveva ridotta a tavola rettangolare, con due angeli aggiunti in alto. Restaurata nel 1890, fu riportata alla forma originaria con l'esecuzione di una crnice in stile.

Bibliografia specifica:
L. Bellosi, Cimabue, 2004, pp. 249-255, 281; Catalogo della mostra giottesca di Firenze del 1937, 1943, p. 259.

FOTO RELATIVE