Pisano Nicola, Ercole e il leone di Nemea

  • Università di Pisa. Dipartimento di Storia delle Arti , Pisano Nicola - sec. XIII - Ercole e il leone di Nemea
    Università di Pisa. Dipartimento di Storia delle Arti , Pisano Nicola - sec. XIII - Ercole e il leone di Nemea
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CODICI / CLASSIFICAZIONE

Numero scheda

155

Serie

Arte medievale

Busta

3. Scultura medievale. Monografico (N-Z)

Fascicolo

Nicola Pisano

OGGETTO

Definizione

statua

Titolo

Allegoria della Fortezza

Dati tecnici

marmo

AUTORE

Autore

Pisano Nicola

Dati anagrafici

1210-1220/ 1278-1287

Motivazione dell'attribuzione

firma

Ambito culturale

Scuola italiana, scuola pugliese/ scuola toscana, scuola pisana

Datazione

Indicazione generica

sec. XIII, terzo quarto

Estremi cronologici

1257 ca.  - 1260 ca. 

LOCALIZZAZIONI

Ultima rilevata

Battistero, Pisa (Toscana, Italia)

BIBLIOGRAFIA

Riferimento

Ragghianti C. L., Approssimazione a Nicola d'Apulia, in Domus, 1947, p. 8

ANNOTAZIONI

Osservazioni

Secondo il Carli il "muscoloso Ercole ignudo con la spoglia del leone Nemèo[…] è certamente una allegoria della Fortezza".
Moskowitz propende per l'identificazione della figura come Ercole-Fortezza, ma riporta anhe altre ipotesi avanzate nel tempo come: "Daniel with his lions, David who battled with lions, and Judah, whose tribe produced Christ".
Il pulpito del Battistero di Pisa solitamente viene accreditato come la prima opera assegnabile con certezza a Nicola Pisano. Dimensioni, forma e posizione nello spazio sono elementi innovativi rispetto ai pergami toscani precedenti che presentavano una forma rettangolare con un lato addossato alla parete, questo, invece, consiste in un prisma esagonale libero nello spazio. I cinque grandi rilievi del parapetto occupano completamente l'intero campo, resi mentre ne oltrepassano i confini, invece che suddivisi in fasce orizzontali di piccolo formato come nel pergamo di Guglielmo nel duomo di Cagliari. Il rapporto fra personaggi e campo d'azione si sviluppa in corso d'opera in un progressivo ridimensionamento delle figure, nell'introduzione di un numero sempre maggiore di dettagli narrativi e da un graduale annullamento della superficie di fondo. L'innovativo dominio della figura umana deriva da un approfondito studio dell'arte antica. I rilievi, divisi da fasci di colonnine, illustrano la missione salvifica di Cristo attraverso le scene dell'Annunciazione, della Natività, dell'Adorazione dei Magi, della Presentazione al tempio e della Crocifissione, culminando drammaticamente nel Giudizio Universale. I pennacchi degli archi trilobati presentano le figure di sei Profeti preannunzianti i Redentore e i quattro Evangelisti. Agli angoli del registro intermedio sono raffigurate le Virtù, san Giovanni Battista e l'arcangelo Gabriele. La tribuna poggia su sette colonne di vario marmo; tre delle sei esterne sono sostenute da leoni, quella centrale da un alto piedistallo figurato con figure umane e animali allusive al mondo terreno riscattato dal sacrificio del Cristo.
In calce all'ultimo rilievo raffigurante il Giudizio universale è incisa l'iscrizione: "Anno milleno bis centum bisq(ue) triceno h(oc) op(us) insingne sculpsit Nicola Pisan(us) laudetur dingne ta(m) bene docta manus".
L'opera conforme ai canoni costruttivi gotici, giunse a termine nella seconda parte del 1259 (in ogni caso non oltre il 24 marzo dell'anno successivo, come impone la data 1260 in stile pisano tramandata dall'epigrafe metrica).
Bibliografia specifica:
Gnudi C., Nicola, Arnolfo, Lapo. L'Arca di S. Domenico a Bologna , Firenze 1948, pp. 23 - 44, tav. 6; Carli E., Il Pulpito del Battistero di Pisa, Milano 1971; Moskowitz A. F., Nicola and Giovanni Pisano. The Pulpits, London 2005, pp. 35 - 60, tavv. 1-43.

FOTO RELATIVE