Pisano Giovanni, Tre Virtù Teologali, Allegoria della Filosofia, Arti liberali
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
144
Serie
Arte medievale
Busta
3. Scultura medievale. Monografico (N-Z)
Fascicolo
Giovanni Pisano
OGGETTO
Definizione
Oggetto d'insieme
Dati tecnici
marmo
AUTORE
Autore
Dati anagrafici
1248 ca./ 1315 ca.
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana, scuola pisana
ALTRE ATTRIBUZIONI
Autore
Datazione
Indicazione generica
sec. XIV, primo quarto
Estremi cronologici
1302 - 1310
Motivazioni
bibliografia
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Cattedrale di S. Maria Assunta, Pisa (Toscana, Italia)
Specifiche
sostegno centrale del pulpito
ANNOTAZIONI
Osservazioni
Il Pulpito del Duomo di Pisa impegnò Giovanni dal 1302 al 1310, anni animati anche in questo caso dai dissidi con i committenti e altri artisti presenti nell'ambiente dell'Opera del Duomo. L'opera è espressione della potente tensione innovatrice, della grandiosità e della linearistica e nobile eleganza formale che lo resero famoso. L'opera consta di un basamento circolare retto da colonne con leoni stilofori e sostegni figurati fra cui è riconoscibile la Chiesa sorretta dalle Virtù cardinali (Giustizia, Prudenza, Fortezza, Temperanza), Cristo sorretto dagli Evangelisti; l'Arcangelo Michele ed Ercole, mentre il sostegno centrale vede le tre Virtù teologali (Fede, Speranza, Carità) poste al di sopra della Filosofia e le Arti liberali (Grammatica, Dialettica, Retorica, Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia). I pennacchi ospitano figure di profeti, apostoli ed evangelisti che hanno trasmesso la storia della salvezza, mentre nei piastrini vi sono le sibille che sostengono la cassa a ottagono a lati curvilinei, queste sono le rappresentanti del paganesimo che hanno annunciato la venuta di Cristo. La cassa narra la storia della salvezza in ventiquattro scene neotestamentarie raffiguranti Annunciazione, Visitazione e Nascita del Battista; Natività e Annuncio ai pastori; Viaggio, Adorazione e Sogno dei magi; Presentazione al tempio, i Re magi davanti a Erode, Fuga in Egitto; Strage degli innocenti; Cattura e Passione di Cristo; Crocifissione; Giudizio finale in due formelle con Cristo giudice al centro. Tutta la struttura è caratterizzata da una sorta di espansione dinamica. Le singole scene, affollatissime e concitate, si sviluppano in rapide successioni di pieni e di vuoti creando un effetto ritmico e una tensione drammatica. E' da evidenziare la presenza di molteplici mani (Giovanni Pisano è riconoscibile soprattutto nel gruppo della Chiesa con le Virtù cardinali) ciò non lede ad un'unità di stile. L'opera posta a sostituzione del pulpito di Guglielmo, ritenuto inadeguato e obsoleto, rimosso e donato alla Cattedrale di Cagliari. Il pergamo non conserva la collocazione originaria (posto probabilmente al di sotto della cupola, antistante il lato destro degli stalli del coro, come testimonia anche Vasari), poco danneggiato da un incendio verificatosi nel 1595, è stato smontato all'inizio del Seicento per i lavori di ricostruzione della chiesa e ricomposto con alcune integrazioni solo nel 1926 dopo varie ipotesi di assemblaggio; la sistemazione attuale, proposta da Peleo Bacci, presenta sicuramente errori nella ricostruzione che ne annullano la continuità narrativa, in tale occasione si è anche provveduto all'integrazione della base circolare, della lastra pavimentale della vasca e di tutte le cornici. Visto che non si conoscono né progetti, né disegni relativi alla struttura o al programma iconografico, per la ricostruzione il Bacci si basò su due fonti scritte (la descrizione dell'orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici del primo Quattrocento e il manoscritto di Raffaello Concioni) che elencavano gli elementi più rilevanti dell'opera senza mai entrare nei particolari e sul confronto strutturale e iconografico con i pulpiti precedenti.
Bibliografia specifica:
Bacci P., La ricostruzione del Pergamo di Giovanni Pisano nel Duomo di Pisa, Milano 1926, pp. 44-54; Tolaini E., La prima attività di Giovanni Balduccio, in “Critica d’Arte”, XXVII
1958, pp. 188-202; Carli E., Giovanni Balduccio a Milano, in “Il Millennio ambrosiano. La nuova città del Comune della Signoria” a cura di Bertelli C., Milano 1989, p. 70; Kreytenberg G., Un tabernacolo di Giovanni Balduccio per Orsanmichele a Firenze, in “Boletin del Museo Aqueologico National”, VII, 1-2, Madrid 1990, pp. 39, 47; Valenziano C. (a cura di), L’ambone del Duomo di Pisa, Milano 1993; Novello R. P., Giovanni Pisano. Il pergamo di Pisa, Modena 2006, Spannocchi S., Giovanni Pisano, seguaci e oppositori, Firenze 2008, pp. 198-221.