Arnolfo di Cambio ; Cosmati, Testa d'uomo con barba
CODICI / CLASSIFICAZIONE
Numero scheda
1377
Serie
Arte medievale
Busta
1. Scultura medievale. Monografico (A-F)
Fascicolo
Arnolfo
OGGETTO
Definizione
Soggetto
Titolo
Giove
Oggetto d'insieme
Dati tecnici
marmo, mosaico
AUTORE
Autore
Dati anagrafici
1245 ca./ 1310 ante
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola toscana
Autore
Dati anagrafici
1190 ca./ 1300 ca.
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Ambito culturale
Scuola italiana, scuola romana
ALTRE ATTRIBUZIONI
Autore
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Autore
Motivazione dell'attribuzione
bibliografia
Datazione
Indicazione generica
sec. XIII, ultimo quarto
Estremi cronologici
1276 ca. - 1280 ca.
Motivazioni
bibliografia C. L. Ragghianti
LOCALIZZAZIONI
Ultima rilevata
Basilica di S. Francesco alla Rocca, Viterbo (Lazio, Italia)
Specifiche
transetto destro
BIBLIOGRAFIA
Riferimento
Ragghianti C. L., L'Arte in Italia, 1969, pp. 777-778; fig. 598
Riferimento
Ragghianti C. L., Arnolfo di Cambio ed altri problemi d'arte pisana, in Rivista del R. Istituto d'Archeologia e Storia dell'arte, 1936, pp. 316, 328-330
ANNOTAZIONI
Osservazioni
L'opera fa parte del monumento funebre di Adriano V la cui attribuzione ad Arnolfo di Cambio è stata a lungo controversa. Le alterne vicende attributive non sono state risolte neppure dalla Romanini (1969) per la quale l'attribuzione ad Arnolfo era solo ipotetica. La studiosa trova dei rapporti col monumento funebre di Clemente IV nella struttura architettonica. Il Monumento funebre in esame, caratterizzato da una ricchissima decorazione musiva e da una notevole raffinatezza nella realizzazione dei dettagli, è stato ricondotto recentemente ad un anonimo maestro formatosi presso la bottega di Nicola Pisano. Vicine ai modi della scultura di Arnolfo sono invece ritenute le figurazioni classicheggianti che decorano il baldacchino (la cosiddetta testina di Giove e le personificazioni del Riso e del Pianto). A tal prososito il Ragghianti scrive: "Non è la prima volta che Arnolfo mostra di rammentarsi dell'arte estrusca: si può citare[…] un altro importantissimo quanto ignorato episodio. Si tratta di alcune originalissime parti decorative del monumento sepolcrale ad Adriano V in S. Francesco a Viterbo, rivelate da A. Venturi: sono teste ridenti e piangenti, delle quali specialmente due a bassorilievo[…]", nello specifico parla di "trattamento rapido e sommario delle superfici [...] indicato con forza di concentrazione e di abbreviazione il gioco mimico del riso e del pianto".