Anonimo toscano sec. XII, Volto Santo
CODES / CLASSIFICATION
Entry number
478
Archival series
Arte medievale
Container
8. Scultura medievale. Topografico: Italia - Toscana - Lucca
Folder
Lucca: dentro le mura
OBJECT
Object
Subject
Medium and dimensions
legno
AUTHOR
Autore
Personal data
sec. XII
Reason for attribution
analisi stilistica
Cultural context
Scuola italiana, scuola toscana
Dating
Century
sec. XII, prima metà
Dates (from – to)
1100 ca. - 1149 ca.
LOCATIONS
Last known
Cattedrale di S. Martino, Lucca (Toscana, Italia)
Precise location
Cappella del Volto Santo
NOTES
Notes
La storia della Cattedrale di Lucca è strettamente legata al culto del Volto Santo (la grande statua lignea raffigurante il Cristo Crocifisso vivo e trionfante, reliquiario per aver contenuto le ampolle del Sangue di Cristo e reliquia essa stessa per essere stata scolpita secondo la tradizione per diretto intervento divino). L’opera, oggetto di culto secolare e emblema della città, è scavata sul retro, sotto le spalle, per ospitare le reliquie e risulta adagiata su una croce parzialmente dipinta d'azzurro e circondata da una decorazione più tarda dalla forma circolare. Il Cristo, più volte ridipinto, presenta un volto dall´incarnato roseo, dalle labbra rosse, dai capelli neri riuniti in grosse ciocche e dalla barba ripartita in due secondo il costume ciriaco; raffigurato con la testa leggermente reclinata verso destra è ritratto ancora vivo e ad occhi aperti, secondo l'iconografia del Cristo Triumphans, vittorioso sulla morte. La testa risulta fortemente sporgente in avanti, indizio questo di una collocazione originaria rialzata, la visione dal basso infatti giustifica la sproporzione tra apertura delle braccia ed altezza. Indossa una lunga veste blu, originariamente rossa in segno di martirio, dotata di maniche: si tratta della tunica sacerdotale detta “colobium”, allusiva alla dignità regale del Messia; questa, stretta alla vita da una cintura dorata ricadente in due lunghe liste parallele, contribuisce ad individuare l'asse centrale della figura grazie alle pieghe scavate simmetricamente e al un gioco lineare derivante che ne alleggerisce il rigore volumetrico. La leggenda , scritta a nome del diacono Leobino, narra che la scultura sarebbe stata eseguita da Nicodemo sul modello diretto di Cristo morto e terminata dagli angeli; rinvenuta a Gerusalemme dal vescovo Gualafredo, portata per terra fino a Isoppe e poi per mare fino a Luni, sarebbe stata infine trasferita nel 742 nel Duomo di Lucca. Sfatata la leggenda e accantonata l'idea dell'origine siriaca intorno al VI-VII secolo, la critica si è espressa in modo controverso riguardo a cronologia e qualificazione stilistica dell'oggetto. I più hanno convenuto nell'individuarvi la copia tarda di un originale perduto dell'VIII secolo e la scultura, il cui culto è attestato già nella Cronaca di Guglielmo di Malmsbury (1143), è stata variamente datata dal secolo XI al XIII, in riferimento a diversi modelli iconografici europei (soprattutto spagnoli e tedeschi). Un'ultima ipotesi è basata sul confronto con la cultura lombarda dell´XI secolo, in particolare con i crocifissi argentei, e
avanza la figura di un´artista proveniente da tale area e attivo nell´ambito delle commissioni lucchesi dei vescovi Anselmo I e Anselmo II tra i secoli XI e XII.
Bibliografia specifica:
Caleca A., Il Duomo di Lucca, Lucca 1973, pp. 3-29; De Francovich G., Il Volto Santo di Lucca, in Bollettino Storico Lucchese - VIII, Lucca 1936; Guidi P., Per la storia della cattedrale e del Volto Santo, in Bollettino Storico Lucchese - IV, Lucca 1932, pp. 71-72; Capitani L., Il Volto Santo, 2000.