Maestro delle Metope, Ritratto di fanciulla
CODES / CLASSIFICATION
Entry number
788
Archival series
Arte medievale
Container
13. Scultura medievale. Topografico: Italia - Emilia Romagna
Folder
Modena
OBJECT
Object
Subject
Title
la fanciulla addormentata
Medium and dimensions
marmo
AUTHOR
Autore
Personal data
XII
Reason for attribution
bibliografia
Cultural context
Scuola italiana, scuola emiliana, scuola modenese
Dating
Century
sec. XII
Dates (from – to)
1100 ca. - 1149 ca.
LOCATIONS
Last known
Museo del Duomo, Modena (Emilia Romagna, Italia)
Other locations
Italia, Modena, Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Geminiano
NOTES
Notes
Le metope sono sculture attribuite al cosiddetto Maestro delle Metope (attivo probabilmente nella bottega di Wiligelmo vicino alla tradizione scultorea francese), risalgono alla prima fase di costruzione del Duomo di Modena (prima metà del XII secolo). Originariamente utilizzate per decorare le terminazioni dei quattro contrafforti della navata, si presentano come figure mostruose complesse, quasi un campionario di deformità, di strani connubi di anatomie umane e animali. I mostri sono figure simboliche debitrici di fonti iconografiche quali la Bibbia, i Bestiari e antiche leggende oltre ai testi patristici, immagini e segno della conseguenza del peccato simboleggiano gli eretici e i peccatori in generale. Il blocco dell’antefissa contiene, come incassato, il corpo rannicchiato di una fanciulla con le ginocchia sollevate, il braccio sinistro aggrappato sotto il corpo, mentre quello destro sollevato esce da dietro il corpo e i capelli per afferrare con la mano un tralcio vegetale. Il rilievo, scolpito su tutti e tre i lati dell’antefissa, ospita sul lato corto un ibis eretto a toccare la cornice della metopa sfiorando le ginocchia e la lunga veste della fanciulla; sull’altro lato una sfinge alata rovescia la testa barbuta contro la cornice dell’antefissa stessa. L’ibis e la sfinge dei lati brevi sono forse compendiarie indicazioni topografiche inserite a ricordare le terre lontane da cui proveniva la fanciulla (la sfinge), e il lungo viaggio per mare (l’ibis).
La metopa sembra adeguarsi perfettamente all’immagine del Liber monstrorum che individua la sfinge e l’ibis come immagini allusive alle vicende di una fanciulla scoperta su una spiaggia dell’Europa occidentale, vestita di un mantello rosso cupo, stretta da corde e ferita a morte nel capo.
Bibliografia specifica:
Salvini R., Il duomo di Modena e il romanico nel modenese, Modena 1966, pp. 147 - 148, fig. 159; Frugoni C., Le metope. Ipotesi di un loro significato, in Lanfranco e Wiligelmo. Il Duomo di Modena dopo il restauro, Modena 1984, p. 513; Trovabene G., Il museo lapidario del Duomo, Modena 1984, p. 87.