Notes

La pieve di S. Maria Assunta di Diecimo è fra le più antiche della diocesi, il cui sviluppo avvenne comunque tra il X e l'XI secolo con l'instaurarsi di un feudo vescovile nel suo territorio. L'edificio si distingue tra quelli del contado lucchese per la perfetta conservazione e per l'alta qualità del suo stile egregiamente rappresentata dall'architrave figurato del portale di accesso, collocabile entro la fine del XII secolo. Questo presenta un grande tralcio ondulato tra due figure alle estremità conformandosi alla tipologia assai diffusa del tralcio abitato, le ampie anse ospitano foglie, grappoli d'uva ed elementi dall'esplicita connotazione negativa (una testa dai caratteri mostruosi e dei maiali) che amplificano il concetto di selva luogo del peccato. Una metafora ripresa dalle figure umane rese alle estremità del grande racemo ondulante: il pastore, posto a sinistra, si accinge a tagliare un ramo del tralcio, mentre a destra è raffigurato un peccatore prigioniero della selva. Lo stesso soggetto è riproposto a Barga e nel portale laterale della chiesa di San Micheletto a Lucca, repliche che consentono di valutare la larghissima diffusione dei modi dello scultore e della sua bottega.
Bibliografia specifica:
Baracchini C., Filieri M. T., Niveo de marmore. L'uso artistico del marmo di Carrara dall'XI al XV secolo, catalogo mostra, Genova 1992; Baracchini C., Caleca A., Filieri M.T., Atti del Convegno Europeo " Romanico padano, romanico europeo, atti, Architettura e sculture medievali nella diocesi di Lucca, Parma 1982; Ghilarducci G., Diecimo. Una pieve, un feudo, un comune, Lucca 1990.