Arnolfo di Cambio, Ritratto funebre del cardinale Guglielmo De Braye, San Domenico, Guglielmo De Braye
CODES / CLASSIFICATION
Entry number
43
Archival series
Arte medievale
Container
1. Scultura medievale. Monografico (A-F)
Folder
Arnolfo
OBJECT
Object
Title
Monumento funebre del cardinale Guglielmo De Braye
Medium and dimensions
marmo
AUTHOR
Autore
Personal data
1245 ca./ 1310 ante
Reason for attribution
firma
Cultural context
Scuola italiana, scuola toscana
Dating
Century
sec. XIII, ultimo quarto
Dates (from – to)
1282 ca. - 1283 ca.
LOCATIONS
Last known
Chiesa di S. Domenico, Orvieto (Umbria, Italia)
Precise location
parete sinistra
BIBLIOGRAPHY
Reference
Ragghianti C. L., L'Arte in Italia, 1969, pp. 776-777; fig. 592
NOTES
Notes
Il complesso, scultoreo e architettonico, decorato con inserti decorativi di mosaico cosmatesco, rappresenta la prima opera firmata di Arnolfo. La datazione è dedotta invece dalla data di decesso del Cardinale (1282). La costruzione, composta di vari elementi, in passato è stata smembrata, ricomposta più volte e manomessa, sono stati asportati dei pezzi e aggiunti altri. Solo in seguito a un lungo restauro, terminato nel 2004, il monumento è stato ricollocato in San Domenico. La struttura del monumento, dopo le modifiche e le mutilazioni subite nei secoli, è diversa da quella originale, gli studiosi hanno potuto ricostruirla solo ipoteticamente. Comunque si ritiene che il Monumento de Braye non dovesse differenziarsi troppo dagli altri primi esempi di tombe a muro realizzati in Italia. Arnolfo ha arricchito questo modello progettandone uno sviluppo in altezza con altri elementi scultorei e architettonici. Nella parte alta infatti si inseriscono tre nicchie con statue e al centro una lapide con la dedica funebre e la firma di Arnolfo. La complessità dell'opera ha richiesto l'apporto di aiuti, ma la mano di Arnolfo è riconoscibile in vari punti, soprattutto nel gruppo centrale con il cardinale giacente e nella statua di San Domenico, la cui forma esile, che si assottiglia verso il basso, aumenta l'effetto di leggerezza e fragilità. Le linee verticale delle vesti che avvolgono il corpo del santo sviluppano una tensione verticale, che viene ribadita dalla testa e dallo sguardo rivolti verso l'alto. Grande attenzione è stata riservata al volto, dall'espressione intensa e commossa.
Bibliografia specifica:
Neri Lusanna E. (a cura di), Arnolfo alle origini del Rinascimento fiorentino, catalogo mostra, Firenze 2005, p. 303; Tomei A., Arnolfo di Cambio, Milano 2006, pp. 10 - 12.