Antelami Benedetto, Mese di Maggio

  • Tosi, Libero , Antelami Benedetto - sec. XII - Allegoria del Mese di Maggio
    Tosi, Libero , Antelami Benedetto - sec. XII - Allegoria del Mese di Maggio
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CODES / CLASSIFICATION

Entry number

14

Archival series

Arte medievale

Container

1. Scultura medievale. Monografico (A-F)

Folder

Antelami

OBJECT

Subject

Mese di Maggio

Medium and dimensions

marmo

AUTHOR

Personal data

1150 ca./ 1230 ca.

Reason for attribution

bibliografia

Cultural context

Scuola italiana, scuola lombarda

Dating

Century

sec. XII, ultimo quarto

Dates (from – to)

1180 ca.  - 1196 ca. 

Reasons for dating

bibliografia

Different dating

sec. XIII (1210-1215 ca.). Bib.: Quintavalle A. C.

LOCATIONS

Last known

Battistero, Parma (Emilia Romagna, Italia)

BIBLIOGRAPHY

Reference

Ragghianti C. L., L'Arte in Italia, 1969, pp. 317-326

NOTES

Notes

I rilievi scolpiti da Benedetto Antelami (dalla metà del Duecento collocati nel Battistero di Parma nella posizione attuale) rappresentano il ciclo dei Mesi e delle Stagioni. L'artista ha ideato delle scene innovative ricche di particolari descrittivi e ispirate perlopiù al mondo del lavoro, indissolubile protagonista del ciclo, che oltre a dettare lo scorrere del tempo e scandire le attività proprie dell'economia medievale, è concepito anche come mezzo di riedificazione spirituale, infatti, è proprio attraverso la sua pratica che l'uomo si riscatta definitivamente dalla colpa di Adamo, già lavata col Battesimo. I frutti del duro lavoro sono anche da ricollegare simbolicamente agli emblemi del cristianesimo, il vino e il pane al centro della rappresentazione dei mesi. Il ciclo, pensato per essere letto in senso antiorario, inizia con Marzo, il mese dell'Annunciazione, che anticamente segnava l'inizio del calendario, qui un giovane dai riccioli scomposti, calzato e vestito con una tunica corta, è ritratto mentre suona l'olifante con l'obiettivo di risvegliare la natura dal lungo letargo. Aprile è un re coronato dai capelli lunghi e ondulati e reso frontalmente, con indosso un abito dalle maniche lunghe sopra il quale porta un mantello all'antica, in una mano tiene un fiore e nell'altra un ramo. Lo segue la sua compagna, la Primavera, col capo cinto da una corona di fiori e i capelli ricadenti lungo la schiena. Un uomo a cavallo, forse un soldato col falcetto, rappresenta Maggio, il mese in cui si andava in guerra. Giugno inaugura i mesi dedicati al lavoro della terra, qui un contadino recede le spighe, la raccolta verrà poi completata con la battitura del grano eseguita da Luglio, che incita i cavalli a calpestare le spighe con le zampe. Agosto apre il ciclo dedicato al vino, il contadino è ritratto in cantina mentre con un martello di legno batte su un altro martello per stringere bene i cerchi intorno alle doghe delle botti. La vendemmia è in settembre e la semina in Ottobre. I particolari della figura del contadino mutano nel corso dei mesi, cambiano le vesti e anche i lineamenti del volto. In Ottobre porta le scarpe schiuse e il mantello è raccolto sul braccio così da formare un incavo nel quale porre le sementi da spargere. Da segnalare Gennaio reso come un vecchio bifronte, l'unico scolpito a tutto tondo invece che appoggiato a lastre verticali. Seduto su una sedia ornata di leoni sta scaldandosi davanti al fuoco, come mostra il gesto di rialzarsi la sopravveste, il volto principale è incorniciato da ricci che escono da una cuffia stretta che avvolge il capo; pure ricciuti sono i baffi e la barba. la testa posteriore è simile ma più piccola, indossa un manto chiuso in alto e bordato da un collo di pelo. In stretto rapporto con Gennaio è l'Inverno, un anziano dalla barba e dai baffi fluenti e col capo ricoperto da una cuffia di lana. La parte sinistra del suo corpo è coperta e dietro si staglia un albero secco, indice della stagione fredda nella quale la campagna appare desolatamente spoglia, mentre la parte destra è nuda e dietro appare un albero fiorito, indicativo della stagione che si sta risvegliando. Febbraio è un giovane riccioluto che vanga la terra, pronta a rinascere a nuova vita in una continuità che è propria della natura e anche del cristianesimo.
Bibliografia specifica:
Quintavalle A. C., Benedetto Antelami, catalogo della mostra, Parma 1990, a cura di Calzona A., Zanichelli G. Z., Milano 1990, p. 359, fig. 27 e; De Marchi A., Sulla Madonna di Fontevivo, in Imago lateritia Beate Marie, in Per la fortuna e la storia del cantiere antelamico di Parma, Parma 1991, pp. 5-13; Calzona A., Antelami, Parma 2008.

PHOTOGRAPHS